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Perché la felicità spaventa così tante persone?

Aggiornamento: 16 ago


una donna che salta con il tramonto alle spalle

Sembra un paradosso, vero? Eppure, osservando con attenzione, ci rendiamo conto che molte persone sembrano sabotare inconsciamente i propri momenti di gioia, respingere opportunità di benessere o sentirsi a disagio quando le cose vanno troppo bene. Ma perché accade questo?


La risposta spesso si nasconde nelle profondità delle nostre credenze limitanti, quelle convinzioni radicate che abbiamo assorbito fin dall'infanzia e che continuano a guidare le nostre scelte da adulti. Credenze come "se sono felice, qualcun altro soffre", "non merito di stare bene", "la felicità è egoistica" o "le persone buone soffrono".

Prendiamo l'esempio di chi ha qualcosa di importante da dire ma sceglie di tacere per paura di ferire qualcuno. Oppure di chi rinuncia a seguire i propri sogni perché teme di deludere le aspettative familiari. O ancora, di chi si sente in colpa ogni volta che sta bene mentre sa che altri stanno male. Tutti questi comportamenti nascono dalla stessa radice: la convinzione profonda che la nostra felicità sia in qualche modo sbagliata, pericolosa o immeritata.

Per quanto possa sembrare assurdo, la sofferenza può diventare familiare, quasi rassicurante. È quello che conosciamo, il nostro "normale". La felicità, invece, rappresenta l'ignoto, e l'ignoto fa paura. Molti di noi crescono con l'idea che bisogna soffrire per ottenere qualcosa, che il dolore sia sinonimo di profondità e sensibilità, mentre la gioia viene vista come superficialità.

Molte persone, in realtà, desiderano ardentemente essere felici ma non sanno come fare. Hanno paura di non essere capaci di raggiungere o mantenere quello stato di benessere, quindi preferiscono sabotarlo prima ancora di provare davvero. È più "sicuro" rimanere in una condizione controllata di sofferenza piuttosto che rischiare il fallimento nel tentativo di essere felici.


le credenze sono solo illusioni!!


Ma la verità è che queste credenze sono solo illusioni, programmi mentali che possiamo scegliere di cambiare. La felicità non ci rende persone peggiori o più egoiste. Al contrario, quando stiamo davvero bene con noi stessi, diventiamo naturalmente più generosi, più presenti, più capaci di amare. Riconoscere questi meccanismi è già un atto di liberazione. La felicità non è un lusso che dobbiamo guadagnarci attraverso il dolore: è il nostro stato naturale, quello a cui abbiamo diritto semplicemente perché esistiamo.

Il cambiamento è non solo possibile, ma meraviglioso. È un percorso che porta luce nella vita, che trasforma gradualmente la nostra percezione di noi stessi e del mondo. Ogni passo verso il benessere autentico è un regalo che facciamo non solo a noi stessi, ma a tutti coloro che ci circondano. Se senti che queste parole risuonano dentro di te, se riconosci alcuni di questi schemi nella tua vita, sappi che non sei solo. Il cammino verso la felicità è possibile e

io sono qui per accompagnarti in questo viaggio di trasformazione.



un neonato felice

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