Rilascio emozionale: liberarsi ciò che il corpo non riesce più a trattenere e ci fa soffrire
- Luca Managó
- 16 ago
- Tempo di lettura: 3 min

In questo articolo parlerò di una tecnica che nel mio lavoro chiamo rilascio emozionale — un approccio che aiuta a sciogliere emozioni bloccate attraverso stimolazioni leggere su alcuni punti energetici del corpo.
Questa modalità si ispira liberamente all’EFT (Emotional Freedom Techniques), metodo ideato da Gary Craig negli anni ‘90 e oggi diffuso in numerose varianti.
Quella che propongo è una forma personalizzata, che integra anche il contatto corporeo consapevole, il rilascio verbale e l’intenzione profonda. Non è una terapia, ma un viaggio di riconnessione interiore.
Perché tratteniamo emozioni?
Ogni emozione che non viene ascoltata… resta nel corpo. Un nodo allo stomaco. Una tensione nel petto. Un’insonnia che non si spiega. La nostra mente può dimenticare. Il corpo, no. Rabbia, paura, senso di colpa o inadeguatezza si accumulano in silenzio — e prima o poi cercano un’uscita: ansia, blocchi, somatizzazioni. Il rilascio emozionale nasce proprio per questo: dare voce a ciò che è rimasto intrappolato.
Come funziona il rilascio emozionale?
Il metodo è semplice, ma profondamente potente. Durante una sessione si stimolano con le dita (attraverso tocchi leggeri, picchettamenti o massaggi.) dei punti precisi del corpo: tempie, sopracciglio, clavicole, costato, sommità della testa... Mentre si picchietta, si dà voce all’emozione che si sente — senza reprimerla, né analizzarla, ma semplicemente permettendole di uscire. È come aprire una finestra in una stanza che era chiusa da troppo tempo.
Cosa si prova?
Ogni persona è diversa. Ma c’è qualcosa che accomuna quasi tutti: un senso di alleggerimento immediato. A volte si sbadiglia, si piange, si ride, ci si sente più presenti. Non si cancella l’emozione. La si trasforma.
Perché funziona? (anche se sembra troppo semplice)
La scienza ha ormai dimostrato che mente e corpo sono un’unica rete viva. Quando tocchi un punto del corpo in stato emotivo attivo, invii un segnale al sistema nervoso: “È sicuro lasciar andare”. Non è magia. È riconnessione. Il rilascio emozionale non sostituisce il lavoro profondo su di sé. Ma spesso… lo sblocca.
Quando provarlo?
Quando senti che qualcosa si ripete sempre. Quando hai emozioni che non riesci a gestire, o un blocco che sembra non voler cedere. Quando la testa dice una cosa… ma il corpo non ascolta. Non devi aspettare il momento giusto. A volte, è il corpo che lo chiede.
ma ora entriamo nel vivo della tecnica.
qui trovi l'elenco dei 10 punti che io utilizzo nelle mie sessioni:
spalla anteriore
sommità del capo
tempia
inizio sopracciglio
sotto l'occhio
labbro superiore
labbro inferiore
clavicola
costato (sotto il capezzolo)
10. fianco (altezza capezzolo)

Ed ecco un mini tutorial su come eseguire la tecnica 😊
Riconosci l’emozione
Chiediti: “Cosa sto provando davvero in questo momento?”
Dai all’emozione un nome chiaro: rabbia, paura, senso di colpa, vergogna, ecc.
Valuta l’intensità
Assegna all’emozione un valore da 0 a 10.(0 = non la sento più, 10 = è al massimo)
Esegui il round completo
Picchietta delicatamente su ciascuno dei 10 punti in sequenza:
Spalla avanti
Sommità della testa
Tempie
Inizio sopracciglio
Sotto l’occhio
Labbro superiore
Mento
Clavicola
Costato
Fianco
Durante il giro: ripeti ad alta voce l’emozione sentita, oppure una frase breve che la rappresenta (“sento rabbia”, “ho paura”, ecc.).
rivaluta
Al termine, respira profondamente e chiediti: “A che livello è ora l’emozione?”
Se è ancora alta, puoi eseguire un secondo round.
Questa sequenza, così come l’hai letta, è una versione base del rilascio emozionale. Già da sola è in grado di produrre effetti reali e tangibili, anche alla prima esperienza.
Ma è solo l’inizio.
La tecnica che propongo nel mio lavoro è molto più mirata e precisa: integra ascolto profondo, individuazione delle radici interiori, test muscolari o radiestesici, e l’uso mirato di frasi personalizzate.
Ogni round viene adattato all’emozione reale del momento, alle dinamiche inconsce attive, e alla trasformazione desiderata.
Perché non basta “lasciar andare” un’emozione. Serve anche riappropriarsi del proprio potere.
Se qualcosa dentro di te è risuonato mentre leggevi… ascoltalo.
Se hai dubbi, domande o semplicemente senti il bisogno di parlarne con qualcuno che ti capisce, scrivimi senza esitazione.
Posso accompagnarti in questo percorso, passo dopo passo, con strumenti mirati e un lavoro profondo su misura per te.
La liberazione emotiva è possibile.
E non devi farcela da solo.